Eli col cappotto rosso e la caduta di Ceausescu, di Eliza Puscoi

Recensione a cura di Lăcrămioara Maricica Niță

  Eli col cappotto rosso e la caduta di Ceausescu, di Eliza Puscoi  

   Un romanzo tra autobiografia e storia, dove l’autrice ci invita a partecipare attivamente alla sua vita raccontata attraverso i propri ricordi, alle prese dirette con i parenti e gli amici speciali, così come ci porta con grazia per le vie storiche, partendo dalle origini della Dacia per arrivare all’epoca d’oro di Ceausescu, nella Romania di trent’anni fa. Momenti di storia, nei quali racconta di Burebista, Decebalo e Traiano, per poi proseguire coi racconti brevi su Vlad Țepeș detto Dracula, Stefano il Grande, Michele il Coraggioso e così via. Un racconto vissuto tra lacrime e piccole gioie, tra povertà e speranza.   

 Ambientato tra le colline della Moldavia romena, nello specifico nel piccolo paese di Sarbi, e  tra le vie della capitale, Bucarest, il romanzo di Eli può essere considerato un libro motivazionale, da cui possiamo trarre alcuni insegnamenti: la felicità arrivata da piccole cose, la forza di affrontare i problemi con maturità, anche se ancora una bambina, l’amore nelle varie forme e la ricerca delle risposte alle tantissime domande che una ragazza si pone. 

Ma chi è Eli? Non è altro che una  bambina coraggiosa,  partita da sola per un viaggio da Bucarest nella lontana campagna innevata della Moldavia, “ingessata” nel suo cappotto rosso, diventato troppo piccolo col passare degli anni. Eli stringe tra le mani congelate la sua piccola “borsetta sgangherata” nella quale abitano “l’immancabile libro di fiabe Le mille e una notte” e una bambola fatta con un “vecchio cucchiaio di legno con gli occhi, il naso e la bocca disegnati con i pennarelli, lana per i capelli e del tessuto come vestiario”. 

Un viaggio nella quotidianità, quando spesso ci troviamo da soli a combattere contro l’ignoto, contro gli ostacoli molteplici che la vita ha in grembo per noi, e l’unico modo per vincere è di affrontarli. 

    Durante il suo cammino di vita, Eli prende spunto dalla saggezza dei nonni Ioana e Ion, dalla zia Gina che, insieme al marito Nicu, le fanno da genitori fino all’età di sette anni. 

    Più tardi, con l’avanzare dell’età, la sua vita a Bucarest insieme alla madre e al suo compagno, spesso violento, prende un’altra strada. Gli amici fedeli, lo studio, l’amore non condiviso e poi l’arrivo della rivoluzione sveglia in Eli nuovi sentimenti, la consapevolezza di sé, nuove domande esistenziali e nuove speranze per un futuro diverso.

      Saranno quelli i tempi in quale il seme della futura scrittrice metterà le radici?         Seguirà lei il consiglio del suo professore di romeno? “Un uomo dovrebbe scrivere almeno un libro nella sua vita, per poter lasciare se stesso in eredità agli altri. Altrimenti passerà in silenzio su questa terra.” 

     E chi non desiderava un futuro migliore, tra quelli che hanno vissuto nel regime comunista, con le sue immensi code per il cibo che scarseggiava, la luce, l’acqua e il gas esistenti solo per qualche ora al giorno, con la paura del libero pensiero e “i muri con le orecchie”?! Si viveva di sogni, proprio come l’amica Monica che sognava di girare il mondo “come non l’hanno mai fatto i suoi genitori”, per poi scrivere tanti libri. Ma la nostra Eli sogna qualcos’altro, un sogno che spesso facciamo anche noi: “Volo, ma senza le ali, nel cielo azzurro dipinto di alcune ma non troppe nuvole bianche, sopra gli alberi, sfiorando leggermente le loro fronde verdi. Sono calma e felice. Là posso agire liberamente, virando con il vento, sentendolo sulla pelle o girando per ondeggiare accanto ad un passero.” Ecco! Il sogno di Eli è la libertà! 

    Una vita senza oppressioni, quindi serena e amata! Una vita dove la violenza domestica non esiste. Ebbene sì, la violenza fa da padrona in tante famiglie dove le mogli subiscono violenze fisiche e mentali da parte dei mariti ubriaconi. Un modo di buttarsi nel dimenticatoio tutte le sofferenze. L’alcol, la medicina miracolosa per tanti padri di famiglia con il suo rovescio della medaglia: calci e pugni, parole volgare, donne trasformate nei sacchi di box, vittime mute “per il bene dei bambini”… “una donna induceva se stessa a rimanere con l’uomo che la picchiava per il forte senso del dovere verso la propria famiglia, quindi per i figli, per la vergogna del fallimento verso gli altri, l’amore, la passione e più di tutto per il fatto di ritenerlo unico e intelligente, completamente diverso da sé. Perché lei si doveva sentire solo una stupida e un’incapace.” 

     Eli avrà la forza di affrontare tutte le vicissitudini della vita? Potrà seguire i suoi sogni? La memoria del nonno Ion e il suo quaderno regalato a lei, con la promessa di leggerlo solo “da grande”, aiuterà Eli a perdonare? 

    Il perdono verso la madre, per le ingiustizie subite e del poco amore ricevuto, il perdono per le violenze subite da parte del patrigno (ricompensate poi con l’aiuto nello studio della matematica), il perdono verso la vita stessa, un po’ madrigna. 

    Ma nella sofferenza ci sta anche il miracolo dell’amore semplice, genuino, come quello di nonno Ion per la sua amata Ioana, sofferente e bisognosa di cure, la sua Ioana per cui “le scarpe furono la polvere, il fango e l’erba stessa che c’erano sulla terra secca ma anche bagnata.” La felicità di un uomo semplice e povero, anche se ricco d’animo, che si accontenta di poco, dal punto di vista materiale, ma che eleva nella sua anima l’amore per la famiglia, la patria e per la chiesa.   

     Da allora, la vita di Eliza ha preso la giusta strada, diventando tra le altre cose una scrittrice, proprio come pensava il nonno Ion. I suoi passi sono arrivati finalmente in Italia e la sua passione per la lingua italiana le è stato di grande aiuto. Madre di due figli, cresciuti con amore insieme a suo marito, Eliza scrive fiabe per bambini in italiano e romeno, pubblica poesie nelle varie antologie in bilingue, organizza eventi culturali nella piccola cittadina di Rocca di Papa e non solo. La sua attività viene in sostegno alla letteratura romena e italiana nella stessa misura. Eliza Puscoi si definisce spesso una “ladra di sogni” e, liberandosi dai suoi  stessi  sogni,  ha messo le ali per volare nel cielo azzurro, libera di essere se stessa.   

Eliza Puscoi, autrice del romanzo “Eli con cappotto rosso e la caduta di Ceausescu
Il libro è accompagnato da un bellissimo segnalibro che riporta le immagini della camicia tradizionale , “Ia”. Esso è stato donato da Maria Bogdan, promotore eventi Ia tradizionale